Disturbo Bipolare

Il disturbo bipolare, anche conosciuto come psicosi maniaco depressiva, è un disturbo caratterizzato da oscillazioni insolite del tono dell’umore e della capacità di funzionamento della persona.

E’ caratterizzato dall’alternanza di uno stato depressivo e di uno maniacale (o ipomaniacale); quando c’è una compresenza di sintomi depressivi e sintomi maniacali (cioè non si è né completamente depressi, né completamente in mania), con il predominio di irritabilità, ansia e irrequietezza, si può presentare invece, lo stato misto.

Nella gran parte dei casi la malattia non viene riconosciuta con facilità e le persone possono star male per anni prima di ricevere una corretta diagnosi e un adeguato trattamento.

Disturbo Bipolare

Come si manifesta

Nel disturbo bipolare sono presenti episodi depressivi e maniacali (o ipomaniacali):

Sintomi della fase depressiva

I sintomi della depressione sono: umore depresso, pensieri orientati verso la depressione (es. “Non ce la farò mai!”;“Non c’è più speranza!”), sensazione di fatica e mancanza di energia, agitazione o rallentamento psicomotorio, ansia, disturbi del sonno, idee di morte, mancanza di speranza, inappetenza o, in rari casi, iperfagia, incapacità a trarre piacere dalle attività che in passato procuravano gioia e soddisfazione, sensazione che gli altri possano non comprendere tale situazione e che siano ottimisti inutilmente, ridotto desiderio sessuale, difficoltà di concentrazione e attenzione, sentimenti di colpa e inferiorità, irritabilità.

Si può parlare di episodio depressivo se i sintomi persistono per un periodo di almeno 2 settimane.

Sintomi della fase maniacale

La mania si manifesta in modo abbastanza eclatante, anche se con gradazioni diverse. I sintomi principali sono: buon umore eccessivo e percepito dagli altri come inusuale,  comportamenti molto disinibiti, facilità estrema a spendere del denaro, a fare acquisti, sensazione di energia quanto mai intensa, senso di infaticabilità, allegria, iper-attenzione ma con distraibilità, capacità di iniziare contemporaneamente tante attività ma con scarsa capacità di portarle a termine, comportamenti aggressivi e impulsivi con gravi conseguenze sia lavorative che personali, incremento della irrequietezza, estrema irritabilità,   aumento della velocità dei pensieri, enorme distraibilità, ridotto bisogno di sonno, fiducia non realistica nelle proprie capacità, diminuzione della capacità di giudizio, aumento del desiderio sessuale, abuso di droghe (specialmente cocaina, alcool e farmaci), atteggiamenti provocatori, modifica del proprio modo di truccarsi o vestirsi per utilizzare uno stile più appariscente e seduttivo (a volte inappropriato).

Si parla di episodio maniacale se i sintomi persistono per più di settimana.

Ipomania

L’ipomania è uno stato alterato dell’umore meno intenso rispetto alla mania. L’ipomania non ha una causa precisa, è percepita dagli altri come inusuale, si presenta con instabilità del tono dell’umore ed in genere è preceduta da una fase depressiva.

Comunemente si distinguono due forme di disturbo bipolare:

  • disturbo bipolare di tipo I, caratterizzato da episodi depressivi e episodi maniacali;
  • disturbo bipolare di tipo II, caratterizzato da episodi depressivi e episodi ipomaniacali.

La ciclotimia viene considerata una variante minore del disturbo bipolare, che spesso evolve verso il disturbo bipolare di tipo II, o con minor frequenza, verso il tipo I. E’ caratterizzata da episodi di lieve intensità, ma con elevata frequenza di presentazione e con cambiamenti comportamentali che provocano notevoli complicazioni a livello psicosociale.

A volte, gli episodi severi di mania o di depressione includono sintomi psicotici ( i più comuni sono le allucinazioni e i deliri), che tendono a riflettere la fase dell’umore, per esempio i deliri di grandezza (ad es. credere di essere un personaggio importante) possono verificarsi durante la mania; i deliri di colpa (ad es. credere di aver commesso un crimine terribile) possono comparire durante la depressione.

Come capire se si soffre di disturbo bipolare

Ci sono alcuni indizi che possono essere di aiuto per capire se si tratta di disturbo bipolare: avere un familiare affetto da disturbo bipolare o da disturbi dell’umore, avere una depressione caratterizzata da sintomi molto gravi come deliri, avere avuto nella propria vita un temperamento sempre molto brillante e una capacità di lavoro straordinaria, con poca suscettibilità alla fatica, prima dell’episodio di depressione.

CHI PUO’ COLPIRE

Circa il 4% della popolazione ha un disturbo bipolare. Di solito questo disturbo si manifesta per la prima volta prima dei 30 anni e il primo episodio può essere sia maniacale che misto. E’ leggermente più frequente nelle donne.

Cause

Il disturbo bipolare è una malattia ereditaria che possiede una base biologica e viene trasmessa geneticamente, tuttavia il figlio di una persona affetta da disturbo bipolare non ha il 100% delle possibilità di essere malato; di fatto le probabilità di non esserne affetto sono maggiori di quelle di esserne affetto.

Trattamento

Un trattamento che combini insieme farmacoterapia e trattamento psicosociale (psicoterapia e igiene di vita) è ottimale per il controllo e la stabilizzazione del disturbo nel tempo. Nella maggior parte dei casi, il disturbo bipolare risponde meglio a trattamenti continui piuttosto che intermittenti.

In aggiunta alla terapia farmacologica, la psicoterapia può essere molto di aiuto a chi soffre di tale disturbo, ma non può sostituire i farmaci e non è efficace da sola nella prevenzione delle ricadute e nel trattamento del disturbo. Tuttavia gli interventi psicologici possono migliorare la stabilità dell’umore, ridurre le ospedalizzazioni e migliorare il funzionamento.

Nella psicoterapia cognitivo-comportamentale gli interventi sono finalizzati ad aiutare il paziente a conoscere meglio il proprio funzionamento e ad accettarlo, a distinguere se stesso e la propria personalità dalla malattia, a migliorare la gestione dello stress e indirettamente, quindi, a ridurre i fattori di rischio di ricaduta.

Il protocollo cognitivo-comportamentale prevede, inoltre, la compilazione sistematica di una tabella dei sintomi quotidiani dell’umore, della quantità e qualità del sonno e del trattamento farmacologico assunto dal soggetto. Questo strumento può essere d’aiuto sia al paziente per aumentare la consapevolezza e la capacità di gestione del proprio disturbo, sia al medico per comprendere meglio l’andamento della sintomatologia e per impostare un trattamento più efficace.

L’approccio cognitivo-comportamentale prevede, infine, un trattamento psicoeducativo per il paziente ed i suoi familiari affinché comprendano meglio le fasi della malattia.