Disturbo Schizoide della Personalità

Il disturbo schizoide di personalità è caratterizzato dalla difficoltà nello stabilire relazioni sociali e, soprattutto, dall’assenza del desiderio di stabilirle. Appaiono distaccati e freddi, estremamente riservati e indifferenti all’approvazione o alle critiche degli altri e ai loro sentimenti. Hanno scarsa capacità ad esprimere sentimenti sia positivi che negativi verso gli altri e a provare piacere nello svolgere qualsiasi attività.

Disturbo Schizoide della Personalità

Come si manifesta

Le persone che presentano questo tipo di disturbo provano un senso di lontananza, di distacco e freddezza nei confronti degli altri e una mancanza di interesse verso un legame profondo con persone reali. Non mostrano e non provano forti emozioni né positive né negative, spesso appaiono e si sentono indifferenti e privi di desideri (anaffettivi).

La mancanza di desiderio e piacere ad avere relazioni con altre persone li porta ad isolarsi o comunque ad avere relazioni formali e/o superficiali, senza che questo causi loro particolare sofferenza. Nelle situazioni sociali in genere le emozioni dominanti sono l’indifferenza e la freddezza, anche se a volte possono provare un’ansia intensa o la sensazione di “essere controllati”. Gli individui che presentano questo disturbo possono inoltre avere una particolare difficoltà nell’esprimere la rabbia, anche in risposta ad una provocazione diretta, questo li porta a reagire passivamente alle circostanze avverse e contribuisce a dare l’impressione che manchino di emozioni.

Come capire se si soffre di disturbo schizoide di personalità

Chi soffre di questo disturbo tende a vivere in un “mondo tutto suo”, preferisce gli animali alle persone e tende a limitare al minimo il contatto con gli altri. In genere ha una carriera scolastica buona, nelle scelte professionali predilige i lavori solitari, che richiedano un contatto ed uno scambio minimi con le altre persone. Prevale un senso di indifferenza verso le relazioni, difficilmente si sente disinvolto e a suo agio di fronte agli altri che spesso vive come intrusivi e poco gratificanti. Tutto questo lo porta ad isolarsi e a non avere amici stretti e relazioni intime.

CHI PUO’ COLPIRE

Questa patologia sembra colpire fino al 7,5% della popolazione e alcuni studi riportano un rapporto maschi-femmine di 2:1. L’esordio avviene di solito nella prima infanzia o comunque entro l’inizio dell’età adulta.

Cause

Non esistono, per questa patologia, delle cause certe e specifiche, ma i fattori di rischio sembrano essere fattori di vulnerabilità temperamentali presenti fin dall’infanzia, come emozionalità ristretta, scarsa empatia, isolamento, stile deficitario nella comunicazione, sostanziale incapacità a riconoscere le proprie emozioni e quelle degli altri.

Conseguenze

La conseguenze di questo tipo di disturbo è data da un eccessivo isolamento sociale, che può causare problemi e difficoltà sul luogo di lavoro,
possibilità di funzionare solo in spazi sociali molto ristretti e stabili, con un’esistenza priva di significato.

Trattamento

La terapia di questo disturbo è molto difficile, in quanto chi ne è affetto non ne riconosce la necessità e raramente richiede aiuto.

Il trattamento di scelta è rappresentato dalla psicoterapia individuale. Il trattamento cognitivo-comportamentale è rappresentato, in genere, da una psicoterapia individuale a lungo termine che miri ad individuare pensieri, emozioni e comportamenti disfunzionali che caratterizzano il soggetto. La terapia ha come scopi principali l’apprendimento delle abilità sociali di base (chiedere, comunicare, scusarsi, controllare l’ansia, fare un complimento, essere diplomatici, adattarsi alla situazione, etc.), e della capacità di identificazione le emozioni, proprie ed altrui.