Disturbo Paranoide della Personalità

Il disturbo paranoide di personalità è un disturbo di personalità caratterizzato dalla tendenza, persistente e irrealistica ad interpretare le intenzioni e le azioni degli altri come umilianti o minacciose. Vi è una forte tendenza ad incolpare gli atri dei propri problemi personali, sono inclini a negare o a minimizzare i loro problemi e hanno, spesso, difficoltà a riconoscere quanto il loro comportamento contribuisca ai loro problemi.

Sfiducia e sospettosità portano le persone che soffrono di questo disturbo ad avere un atteggiamento ipervigilante, tendono ad interpretare situazioni ambigue come minacciose e sono pronti a difendersi qualora avvertano delle minacce. Di solito vengono percepiti dagli altri come polemici, ostinati, difensivi e non disponibili al compromesso.

Disturbo Paranoide della Personalità

Come si manifesta

La sensazione prevalente, praticamente costante, nelle persone che presentano il disturbo paranoide, è quella di minaccia, pericolo, aggressione. Ne conseguono uno stato di allerta e di tensione fisica insopportabili.

La reazione emotiva e, quindi, il conseguente comportamento potranno essere rabbia e tendenza a reagire attaccando e aggredendo, quando la convinzione è di essere vittime di un mondo ostile e umiliante; prevalgono invee la tristezza e la tendenza ad isolarsi quando, invece, la sensazione che si vive è quella di essere escluso.

Gli individui con questo disturbo possono essere anche morbosamente gelosi e sospettare, senza reali motivi, che il coniuge o il partner sia infedele. Questi soggetti presentano, inoltre, due importanti difficoltà che si rinforzano reciprocamente: l’incapacità di porsi nella prospettiva dell’altro, di distinguere il proprio punto di vista da quello altrui; la difficoltà a distinguere tra mondo esterno (realtà obiettiva) e mondo interiore (proprie sensazioni e idee).

Come capire se si soffre di disturbo paranoide di personalità

Chi soffre di questo disturbo presenta una vigilanza costante, tende ad attribuire agli altri la colpa per i propri problemi, tende ad interpretare piccoli eventi come eventi di grande importanza, ha la tendenza a contrattaccare e a provocare ostilità negli altri. Tende a cercare intensamente e attentamente prove che confermino le sue aspettative negative riguardo agli altri, che non gli ispirano mai fiducia. In genere preferisce limitare i contatti con gli altri e tende ad isolarsi e a condurre, anche se con sofferenza, uno stile di vita solitario. Può alternare dei periodi in cui prevale l’ansia e la tensione, a periodi più rabbiosi e rancorosi o anche stati di depressione e abbattimento.

CHI PUO’ COLPIRE

Questa patologia colpisce lo 0,5-2,5% della popolazione, con una maggiore incidenza tra le minoranze etniche e gli immigrati. Si presenta più frequentemente negli uomini. L’esordio avviene in adolescenza o prima età adulta.

Cause

Non esistono, per questa patologia, delle cause certe e specifiche. Tra i possibili fattori di rischio sembrano essere coinvolti: fattori temperamentali, caratteristiche familiari e, spesso, trasferimenti di città o di nazione.

Conseguenze

Il disturbo può causare problemi lavorativi, coniugali, relazionali e, in alcuni casi, può portare ad un isolamento che peggiora e rinforza il disturbo stesso.

Trattamento

La psicoterapia è sicuramente il trattamento di scelta, in particolare una psicoterapia cognitiva individuale a lungo termine, anche se difficile da impostare perché la sfiducia e la sospettosità dei soggetti con disturbo paranoide si estendono a coinvolgere anche la figura del terapeuta. Gli aspetti di trattamento più comportamentali possono essere usati, con buoni risultati, per migliorare le capacità sociali e diminuire la sospettosità.

La terapia farmacologica può essere introdotta, come supporto alla psicoterapia, se il paziente presenta sintomi che interferiscono con il funzionamento quotidiano e/o sociale e sempre in presenza di ideazione suicidaria (quindi sia nelle condizioni di abbattimento che di aggressività).

Nell’ambito dello sviluppo della terapia cognitivo-comportamentale, vi è un’esplicita attenzione allo sviluppo della relazione paziente-terapeuta, al lavoro per accrescere il senso di auto-efficacia all’inizio della terapia e l’uso di tecniche cognitive e prove comportamentali per mettere in discussione le convinzioni paranoidi. E’ importante inoltre lavorare per modificare le interazioni disfunzionali del paziente, affinchè egli non possa più suscitare reazioni ostili negli altri, cosa che confermerebbe la sua visione paranoide. La psicoterapia, dunque, ha l’obiettivo non solo di costruire delle strategie utili e adeguate per affrontare e gestire gli stati interni, ma permette al paziente di migliorare il funzionamento sociale e relazionali interpersonali.