L’ansia è un’emozione necessaria nella nostra vita, in quanto ha la funzione di segnalare situazioni di pericolo, permettendoci così di affrontarle ricorrendo alle risorse mentali e fisiche più adeguate: per esempio, se stiamo attraversano la strada e una macchina viene verso di noi senza rallentare, proviamo paura e corriamo per proteggerci. E’ però necessario che essa rimanga “entro certi livelli”, superati i quali riduce la capacità di pensare lucidamente e di risolvere i problemi.
I SINTOMI
Rispetto alle preoccupazioni normali, quelle che caratterizzano il disturbo d’ansia risultano:
- più numerose, frequenti, durature, intense, invasive e pervasive;
- di rapida successione (ad una ne segue subito, o quasi, un’altra);
- accompagnate da emozioni di ansia intensa;
- relative ad eventi futuri improbabili;
- scollegate da fattori precipitanti;
- accompagnate da sintomi fisici;
- difficili da controllare e da rimandare ad altri momenti.
In sostanza l’ansia tende ad essere eccessiva, pervasiva, poco controllabile e interferisce notevolmente con il funzionamento normale della persona.
Oltre alle preoccupazioni, il disturbo d’ansia si manifesta con sintomi fisici: sindrome della gambe senza riposo; facile faticabilità; difficoltà di concentrazione o vuoti di memoria; irritabilità; tensione muscolare, muscoli tesi, a volte doloranti, a volte tremori; sonno disturbato (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno). Possono inoltre essere presenti bocca asciutta, mani appiccicose, sudorazione, brividi dl freddo, nausea, diarrea, difficoltà a deglutire e nodo alla gola.
LE CONSEGUENZE
Chi soffre d’ansia ha difficoltà ad impedire che le preoccupazioni interferiscano con l’attenzione verso le attività che sta svolgendo, con una conseguente compromissione del funzionamento lavorativo e sociale. Inoltre la continua richiesta di rassicurazioni alle persone care può, a lungo andare, compromettere le relazioni interpersonali.
La presenza di eccessive preoccupazioni e la difficoltà a gestirle possono produrre una diminuzione del senso di efficacia personale e della stima di sé, che spesso conducono ad una depressione secondaria.
Altra frequente conseguenza del disturbo d’ansia è l’abuso di sostanze psicoattive (es. farmaci, droghe), a cui la persona può ricorrere come tentativo di gestire il disturbo stesso o la depressione che ad esso può seguire.
CHE FARE?
Le persone ansiose tendono generalmente a mettere in atto una serie di comportamenti (richiesta di rassicurazioni, evitamento delle situazioni temute, tendenza al perfezionismo, tentativi di sopprimere attivamente le preoccupazioni) che mantengono il disturbo nel tempo.
I trattamenti riconosciuti come più efficaci per la cura del Disturbo d’Ansia Generalizzato sono la psicoterapia e la farmacoterapia; quest’ultima spesso è evitata da chi soffre d’ansia per la “paura” di sviluppare una dipendenza dai farmaci.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale ha dimostrato ampiamente e scientificamente la propria efficacia: si tratta di un tipo di psicoterapia in cui paziente e terapeuta sono attivamente impegnati nella comprensione del problema e nella condivisione di obiettivi terapeutici concreti e verificabili.
Nel corso del trattamento la persona portatrice del disagio è aiutata a prendere consapevolezza dei circoli viziosi dell’ansia e a liberarsene gradualmente attraverso l’acquisizione di modalità di pensiero e di comportamento più funzionali.
Articolo scritto da: Dott.ssa Roberta Marangoni, Psicologa, Psicoterapeuta, Psicologa Forense